Nello stimolare la riflessione in un sistema nazionale in continua evoluzione la definizione di azioni di monitoraggio sistemico può partire da nodi territoriali che facciano emergere le competenze e le specificità delle Regioni. Essere parte attiva di un’azione di monitoraggio significa poter veicolare, partendo da esigenze concrete scaturite dalla programmazione strategica, il ciclo d’innovazione governando al tempo stesso l’impatto delle azioni da svolgere a favore di uno sviluppo consapevole.
La sperimentazione condotta nel progetto ICAR Plus dalla Regione Marche con il supporto dell’Università di Camerino è un esempio concreto del contributo che può nascere da un nodo territoriale. Nel dettaglio è stato approfondito un approccio metodologico di monitoraggio qualitativo di progetti e casi di interoperabilità e cooperazione applicativa sviluppati a livello locale. A tal fine la Regione Marche ha seguito un percorso di crescita rispetto ai contenuti ed alla modalità di lavoro che, da una prima sperimentazione i cui risultati sono stati riportati nel dossier ICAR Plus 2010 [disponibile al seguente link], ha poi coinvolto altre Regioni per validare la proposta in ottica interregionale. Il risultato di questa seconda fase è disponibile nel Rapporto Marche [al seguente link]. Partendo da risultati concreti sono stati generati interessanti riscontri sia da un punto di vista scientifico che per quanto riguarda la collaborazione tra enti pubblici ed enti di ricerca.
Dal punto di vista dei contenuti la sperimentazione ha permesso di rappresentare alcune fenomenologie tramite i casi, e dimostrare l’efficacia di un’azione di monitoraggio qualitativa che, se opportunamente strutturata, è in grado di fornire spunti di riflessione sulle azioni in corso ed informazioni di contesto atte ad elaborare ed interpretare, laddove necessario, i dati risultanti da azioni di monitoraggio come quella dell’osservatorio ICAR Plus e del RIIR 2010. Emerge, rispetto ai temi trattati, la necessità di approfondire il grado di re-ingegnerizzazione dei processi di lavoro interni alla Pubblica Amministrazione, ponendo l’accento su modalità di lavoro innovative di un’organizzazione in grado di agire sulle persone e sulla struttura al fine di rendere più efficiente l’organizzazione del lavoro e gli scambi di informazioni all’interno e tra gli enti.
L’attività sviluppata dalla Regione Marche ha evidenziato, inoltre, come attraverso la collaborazione con il mondo universitario si contribuisca a stimolare l’innovazione favorendo così il confronto. Da un lato la Regione si è “messa in gioco” mostrandosi aperta ad una collaborazione con il mondo accademico, dall’altro l’Università ha riconosciuto nella Regione un interlocutore privilegiato nell’individuazione di tematiche di ricerca che siano fortemente collegate alle esigenze del territorio e dei cittadini.
Tramite la consapevolezza, che attraverso il dialogo ed il “fare insieme” si possano valorizzare le competenze e le specificità di ciascuno a favore di un sistema nazionale, la Regione Marche e l’Università di Camerino riconoscono nell’intera sperimentazione e nei suoi risultati un punto di partenza da consolidare e sistematizzare per il futuro anche in ottica sinergica con gli aggiornamenti 2011 del Rapporto sull’Innovazione nell’Italia delle Regioni.
di Barbara Re